Si è diffusa rapidamente generando 26 casi , l’epidemia di trachinellosi, tra le persone residenti nell’alta Valle del Serchio in provincia di Lucca, dopo essere state sottoposte a delle determinate cure stanno ora fortunatamente tutti bene.
La trachinellosi è una malattia provocata da un parassita, la Trichinella, che può infettare con le sue larve le carni di molti animali che vengono generalmente cacciate e consumate.
Il parassita si posiziona inizialmente a livello intestinale dando vita successivamente a una nuova generazione di larve che si posizionano invece nei muscoli.
Questa patologia che si è improvvisamente ripresentata, come spiega la Asl di Lucca , non si era più manifestata in Toscana da circa vent’anni, mentre il caso più recente in Italia di trachinellosi si è riscontrato nel 2011 in Sardegna.
A contrarre la trachinellosi sono stati dei cacciatori, che dopo aver cacciato un cinghiale, hanno consumato insieme ai lori familiari delle salsiccie da loro prodotti, dimenticandosi però di cuocerle.
Questa patologia molto rara ma presente però sia in Italia che in altri paesi del mondo, è difficile da riconoscere al primo impatto, poiché molti dei suoi sintomi quali diarrea, che è presente nel 40% degli individui infettati, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori,fotofobia possono essere confusi con altri tipi di patologie.
Ed è proprio per evitare delle diagnosi errate che è stato necessario fare degli esami per capire quale fosse la causa dei disturbi ,di coloro che avevano contratto la patologia, come febbre, dolori muscolari e manifestazioni cutanee e fortunatamente la patologia è stata subito riconosciuta dall’unità operativa di malattie infettive di Lucca.
Dopo la manifestazione dei primi casi di trachinellosi, sono state subito avviate dalla asl, tutte le precauzione di prevenzione della patologia, grazie alla diligenza degli operatori della veterinaria e dell’igiene degli alimenti.
Per evitare di incorrere in malattia come questa o in infezioni o intossicazioni, è sempre preferibile cuocere la carne o congelarla a 15 gradi per almeno venti giorni, o a 30 gradi per sei giorni minimo.
In questo modo i batteri o quant’altro in essa presente, sia con la cottura che con il congelamento verranno abbattuti e iniziando da questi piccoli accorgimenti si potrà scansare la possibilità di contrarre malattie legate al cibo.
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