Se si andasse a votare oggi, e le intenzioni di voto fossero confermate nelle urne, il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo sarebbe il terzo partito italiano.
In poche settimane, a partire da febbraio 2012, ha fatto un balzo avanti di tre punti nei sondaggi, sospinto dal vento di quell'antipolitica di cui il comico Beppe Grillo è guru insuperato.
Il clima che sta montando è alimentato dalle inchieste sempre più copiose per corruzione e dalla manifesta incapacità dei partiti di riformarsi come la crisi in corso imporrebbe, rimettendo seriamente mano alla legge elettorale.
La fiducia nei partiti è scesa al 2 per cento, e Beppe Grillo rappresenta l'unica vera forza antipartitica in campo.
Nei comizi quotidiani, il leader Beppe Grillo invoca una "Nrimberga dei partiti", con azzeramento dell'intero sistema e restituzione del maltonto, e, liscia il pelo a evasori e qualunquisti, sostenendo che non serve contestare l'evasione fiscale perchè i politici ruberebbero il doppio.
Le critiche sono facili e lui le sa fare, ma dal punto di vista costruttivo dice sciocchezze immani.
Se andasse al governo, sarebbe un disastro, come comico è divertente, ma come politico esprime l'incultura politica degli italiani.
Il nostro Paese non è ancora maturo per la democrazia, siamo ancora un pò Terzo Mondo.
Del resto, l'antipolitica fiorisce nei Paesi privi di cultura politica.
Beppe Grillo è un tipico populista, ma gli italiani hanno imparato che quando i demagoghi approdano in Parlamento chiudono con l'antipolitica.
Ma anche lui dovrà fare i conti con le leggi della democrazia parlamentare.
Se il Movimento Cinque Stelle verrà premiato in misura consistente alle amministrative, sarà sicuramente tentato di strutturarsi in partito, con tutte le conseguenze del caso.
Finora Beppe Grillo si è proposto come strumento dei movimenti, rigettando il ruolo classico del leader.
Ma, una volta arrivati in Parlamento, i grillini non potranno sfuggire a una serie di problemi a catena.
Finora Beppe Grillo è stato l'uomo della democrazia partecipativa, il primo in Italia, e tra i pochi al mondo, a far nascere un movimento civile dal basso tramite un blog, con la mobilitazione in Rete.
Ma alla fine gli italiani non voteranno per una forza antipartitica.
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