Il caro rifiuti, che nel 2012 era una voce assieme all’Imu che ha pesato non di poco sul bilancio familiare e aziendale, schizza con percentuali a doppie cifre con l’introduzione quest’anno della Tares.
La nuova tassa, che nel 2013 sostituirà la Tarsu o la Tia, inciderà parecchio e si prospetta, una stangata per i capannoni (+1.133 euro), e aumenti decisamente pesanti anche per i negozi (+98 euro) e per le abitazioni (+73 euro).
L'area geografica della penisola ad essere maggiormente penalizzata sarà quella del Centro. La Tares peserà soprattutto per gli imprenditori. Secondo l’associazione degli artigiani veneziana, gli aumenti medi stimati per il 2013, rispetto al 2012, saranno molto pesanti: su un capannone di 1.200 mq l’aggravio sarà di 1.133 euro (+22,7%); su un negozio di 70 mq costerà 98 euro in più (+19,7%); su una abitazione civile di 114 mq l’applicazione comporterà un aumento di spesa di 73 euro (+29,1%).
«Questa situazione – rileva Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia Mestre – rasenta il paradosso. Con la crisi economica e il conseguente calo dei consumi, le famiglie e le imprese hanno prodotto meno rifiuti. Inoltre, grazie all’aumento della raccolta differenziata avvenuto in questi ultimi anni un pò in tutta Italia, – osserva – il costo per lo smaltimento degli stessi è calato. Detto ciò, con meno rifiuti e con una spesa per lo smaltimento più contenuta tutti dovrebbero pagare meno. Invece, anche con la Tares subiremo un ulteriore aggravio della tassazione».
Per la Cgia le ragioni degli aumenti sono da individuare nel fatto che la Tares dovrà assicurare un gettito in grado di coprire interamente il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, vincolo non previsto con l’applicazione della Tarsu. In secondo luogo, si prevede una maggiorazione su tutti gli immobili pari a 0,3 euro al metro quadrato con la quale si andranno a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione pubblica, pulizia e manutenzione delle strade..).
Bisogna tenere presente che i Comuni potranno elevare questa maggiorazione sino a 0,4 euro al mq.
Dall’analisi dei bilanci dei Comuni italiani (anno 2010) è emerso, per la Cgia, che lo scostamento tra quanto
incassato con la Tarsu/Tia e il costo del servizio di raccolta e smaltimento ammonta a circa 0,9 miliardi di euro. Secondo la Cgia si tratta di una stima sottodimensionata: nell’analisi mancano i dati della Valle d’Aosta, inoltre non si è potuto tener conto del fatto che alcune Amministrazioni comunali esternalizzano il servizio di smaltimento dei rifiuti a società collegate.
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