Spopola sui social network la nuova pubblicità di una casa produttrice di sigarette elettroniche, la FumOk.
Protagonista della pubblicità è niente di meno che Emanuele Filiberto di Savoia.
La pubblicità comincia col descrivere gli aspetti negativi della sigaretta tradizionale, per poi evidenziare quelli positivi della sigaretta elettronica.
È ambientata in un ristorante dove Emanuele Filiberto siedi ad un tavolo in compagnia.
È proprio lui a dire che la sigaretta elettronica porta più benessere e più fiato.
Poi si intromette una commensale e osserva: “E più sesso...”
A quel punto Emanuele Filiberto fa una delle sue solite facce perplesse, sorride e conferma...”Più sesso? OK”.
Guarda il video qui sotto ..
Non si può certo definire un messaggio si valore, ma di certo è un messaggio che colpisce la gente, soprattutto i più giovani (o forse no), sebbene legame tra sesso e sigaretta è chiaro non ce ne sia.
Ad ogni modo la nota positiva è che ribadisce i danni che la sigaretta tradizionale continua a fare nel silenzio, senza che molti riescano ad accettare questa realtà o che se ne preoccupino.
La sigaretta elettronica per contro, sebbene sia dimostrato che faccia meno male in proporzione a quella tradizionale, continua ad essere soggetto di dibattiti nel web e fuori dal web.
Sono tante le testimonianze che confermano che è un mezzo valido per smettere di fumare e che reca benefici sia sulla salute che sul portafogli. Mi ha colpita un signore che ha affermato di risparmiare quasi 300 euro al mese grazie alla sigaretta elettronica.
Però adesso iniziano ad arrivare anche testimonianze sul cattivo funzionamento delle batterie e dei liquidi, proprio come l'Istituto Superiore di Sanità affermava nella sua esposizione sulla sigaretta elettronica (leggi qui).
Ecco l'esempio di uno di questi commenti:
Maurizio: “perche perde dapertutto .a qualcuno capita?.mi continuano a dire che devo tirare piano ,ma una bottiglina di nicotina puo’ durare una settimana?”.
Qualcuno ha fatto anche notare che molti prodotti non hanno la garanzia minima di due anni.
Personalmente ho trovato rilevante anche l'osservazione di un medico, con cui concludo:
“Ma l'Italia, si sa, vede certe cose un po' troppo all'italiana e invece di spingere a far abbandonare un vizio pericoloso e nocivo quanta più gente possibile si mette a far le pulci ad una novità che viene sottoposta ad analisi puntigliosissime nell'ipotesi (anche remota) di possibili danni. Dimenticando la situazione che c'è e che conduce alla tomba troppe persone verso le quali non viene svolta alcuna politica di dissuasione. Vuoi vedere che dietro certe «politiche» sin troppo precisine ed in certi giudizi un po' troppo schizzinosi c'è il fatto che le e-sigarette sono commercializzate da privati e invece le sigarette al catrame sono beatamente vendute dallo Stato?“
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