Il summit di ieri (pomeriggio e sera) dei vertici dirigenziali del Milan in Via Turati ha evidenziato diversi aspetti, anche particolarmente importanti per quanto riguarda le strategie del futuro in casa rossonera.
Ceduto Pato, si era fatto insistentemente il nome di Mario Balotelli. Su di lui e sulle voci di un suo arrivo a Milanello, il Presidente Silvio Berlusconi ha espresso poche parole ma particolarmente dure: «Balotelli? Nel Milan è molto importante l’aspetto umano. Se si mette una mela marcia nello spogliatoio, può infettare tutti gli altri. L’uomo Balotelli è una persona che non accetterei mai nello spogliatoio del Milan» .
Mela marcia, dunque: evidentemente dopo i mugugni del passato di Ibrahimovic e di Cassano che hanno minato non poco lo spogliatoio rossonero, si cerca di evitare ulteriori problemi.
Se non partirà Robinho (con il Santos la trattativa non si è ancora interrotta del tutto) sembra però che non arriverà nessuno, almeno secondo le parole di Adriano Galliani: "E' stato tolto dal mercato. Là davanti siamo in 5 e resteremo così".
Capitolo allenatore. Anche qui il Presidente Berlusconi è stato pungente ed ironico. Prima ha riservato una battuta sul ritorno al calcio dell'ex allenatore del Barcellona, Pep Guardiola. «Ho sempre desiderato portarlo al Milan, lui ha ritenuto di fermarsi. Ci abbiamo provato, ma ora le percentuali per averlo sono basse».
Troppi i soldi richiesti e questo lo si era capito, il riferimento è fin troppo chiaro.
Subito dopo, però, è arrivata la staffilata che non ti aspetti, quella che in pratica sancisce l'imminente fine del rapporto con Massimiliano Allegri: "Allegri sulla panchina del Milan l’anno prossimo? Il presidente del Milan deve dire sempre la verità? Allora passiamo ad un'altra domanda».
La diplomazia vale sempre come una mezza bugia: l'aver declinato la risposta, significa che il divorzio è sancito.
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