Parolisi condannato: le motivazioni dell'omicidio di Melania Rea

Salvatore Parolisi è stato condannato per l'omicidiodella moglie, Melania Rea.
La motivazione della sentenza pesantissima che prevede l'ergastolo, è scritta nero su bianco e sembra proprio non lasciare alcun dubbio su come si sono svolti i fatti.

La ricostruzione dei fatti
Il magistrato ha ricostruito i fatti in questo modo: Melania si sarebbe appartata dietro ad un albero per poter fare pipì. Il marito vedendola in quella situazione si sarebbe eccitato e avrebbe tentato l'approccio per avere un rapporto sessuale, che però gli è stato negato, probabilmente in modo aspro. Questo avrebbe fatto reagire Salvatore Parolisi, che l'avrebbe pugnalata 35 volte con il coltello a serramanico che aveva in tasca.

motivazione dell'omicidio di Melania Rea
Le motivazioni dell'omicidio
Sarebbe quindi il rifiuto del rapporto sessualela motivazione scatenante del gesto omicida di Salvatore Parolisi. Un gesto impulsivo e dettato dalla frustrazione. Un motivo che non ha nulla a che vedere con la relazione extraconiugale che l'uomo aveva con la soldatessa Ludovica Perrone, ma che ha radici in un sentimento provato davanti al rifiuto della moglie Melania: l'umiliazione.

Il rapporto Tra Salvatore Parolisi e Melania Rea
Secondo la ricostruzione del magistrato, Salvatore Parolisi viveva un malessere dettato dalla personalità “dominante” della moglie.
Si è giunti a questa conclusione anche da un sms che lo stesso aveva inviato a Melania il 22/03/2011 che recitava così: “Sei sempre tu quella che sbaglia sempre e siccome stai sempre sul chi va là prendi sempre decisioni affrettate, fai sempre di me quello che vuoi. È vero ti ho detto una bugia per giustificare il mio ritardo, per non farmi rimproverare da te, ma come sempre mi rendi ridicolo davanti a tutti, grazie per questo”.
Il fratello di Melania, Michele, conferma il fatto che lei avesse reazioni verbali violente ed umilianti nei confronti del marito, a motivo del tradimento che aveva scoperto. Usa anche l'espressione “una volta lo aggredì tanto da farlo sentire un verme”.

Una “quasi” confessione inconscia
Ed era stato proprio lui, Salvatore Parolisi, che lo stesso giorno aveva confessato allo zio Gennaro Rea il tentato approccio sessuale respinto, e si era lamentato di come la moglie lo umiliava continuamente, confessando senza rendersene conto il movente del delitto nel tentativo inconscio di giustificarlo. Aveva anche rivelato di non avere più rapporti con Melania.
Ma questi sono davvero motivi validi per uccidere una persona?

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