In questi giorni, la stragrande maggioranza delle persone di tutto il mondo pensano ai festeggiamenti di Capodanno: in ogni Nazione ci sono diversi usi, costumi, tradizioni che spesso riconducono alla "fine" di qualcosa (in questo caso l'anno vecchio...) e la speranza per un nuovo inizio.
Così si intrecciano diverse usanze come quelle di baciarsi sotto il vischio (come simbolo portafortuna), come sparare i fatidici "botti", oppure quella di mangiare lenticchie, sempre di buon auspicio, questa volta dal punto di vista economico.
Bisognerebbe, però, chiederci il perchè tutte queste "tradizioni", o per meglio dire, "superstizioni" vengono perpetuate di anno in anno.
I festeggiamenti sono legati al rendere onore al Dio Giano, una delle più importanti divinità romane ed italiche: le immagini di Giano erano bifronti, a indicare che vedeva sia il passato che il presente. Si diceva che chi salutava il 1° gennaio con allegria, risa e abbondanza avrebbe avuto felicità e prosperità per tutto l’anno.
Quando si cominciò a celebrare il Capodanno? Probabilmente, nel 46 avanti Cristo, quando l'imperatore Giulio Cesare istituì il celebre "calendario giuliano" che, dunque, stabilì che il primo Gennaio dovesse diventare il primo giorno dell'anno. Ecco perchè i Romani solevano invitare gli amici per regalare loro doni come fichi, datteri o ramoscelli d'alloro: da qui, il famoso termine latino "strenna" che, infatti, deriva dal nome di una dea, di origine sabina, apportatrice di fortuna e di felicità, chiamata per l'appunto Strenia.
Le tradizioni delle "lenticchie" e del "vestirsi con intimo rosso" sono legate al fatto che, secondo i Romani, i legumi erano portatori di abbondanza e di ricchezza mentre il colore rosso, simbolo di sangue e guerra, serviva per allontanare la paura.
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